NOTE POCO NOTE 6

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NOTE POCO NOTE 6  Una vita per lo zar, il cui titolo sostituisce quello originale Ivan Susanin per volere dello zar, occupa una posizione di rilievo nel teatro russo in quanto prima opera ad aver conquistato un posto permanente nel repertorio. Ivan Susanin fu un eroe patriottico dell’inizio del XVII secolo che sacrificò la propria vita per il nuovo zar Mikhail, primo della dinastia dei Romanov, eletto nel 1613. Glinka e gli scrittori con cui collaborava scelsero in Susanin un eroe del nazionalismo russo che ben si adattava allo spirito dell’epoca. L’opera utilizza melodie russe che diventano parte integrante della trama musicale dell’opera. I brani orchestrali eseguiti nella sala da concerto consistono in gran parte negli elementi polacchi del secondo atto (polacca, valzer e mazurka), per il ballo dato dal comandante delle forze polacche.

NOTE POCO NOTE 6

GLINKA, Michail Ivanovič (1804 – 1857)

È considerato il padre della musica russa, e in effetti fu un compositore geniale e innovativo che diede un contributo fondamentale al rinnovamento musicale dell’intero ottocento. A lui può essere attribuita infatti non solo la nascita della scuola russa, ma anche delle varie scuole nazionali che ebbero un ruolo di primo piano tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Fu proprio Glinka che introdusse l’uso diretto di melodie popolari “folk” senza i filtri delle regole accademiche, come pure l’introduzione degli “orientalismi” così in voga tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. La sua produzione non è purtroppo ampia, ma è certamente importantissima.

UNA VITA PER LO ZAR (IVAN SUSANIN)
Orchestra del Teatro Bolshoi – Alexander Lazarov [https://www.youtube.com/watch?v=xCc0uc3QoU4]

Le composizioni di maggior rilievo di Glinka sono senza dubbio le sue due opere, fonte primaria di ispirazione per tutti i musicisti russi del tardo Ottocento. Una vita per lo Zar costituisce un vero e proprio ponte tra l’opera italiana e germanica, e il nuovo stile russo che stava nascendo. Dopo un inizio in stile quasi Beethoveniano l’ouverture presenta subito nell’introduzione un tema dal tipico carattere russo. Anche il primo soggetto (che sarà ripreso nel corso dell’opera) ha chiara ispirazione russa mentre il lirico secondo tema appare più classico (e sarà associato alla romanza di Vanya (contralto), figlio adottivo del protagonista). Il primo atto si apre con un coro polifonico in perfetto equilibrio tra tradizione classica e tradizione corale russa, e prosegue con arie e duetti dall’inequivocabile sapore russo. È nel secondo atto che Glinka introduce una lunga serie di cori e ballabili nella forma di polacche, cracoviane e simili, abbondantemente riprese da altri compositori. Il terzo e quarto atto ci riportano nuovamente nelle atmosfere russe, per l’epoca assolutamente innovative se si pensa che l’opera è datata 1836! È interessante notare come il titolo sia stato cambiato in epoca sovietica in Ivan Susanin per non enfatizzare troppo il regime zarista. In Italia purtroppo l’opera non è mai pervenuta, almeno a mia conoscenza.

NOTE POCO NOTE 6

NOTE POCO NOTE 6.  C. GOMES. “SALVATOR ROSA” (DI SPOSO, DI PADRE) BONALDO GIAIOTTI. TEATRO COMUNALE FERRARA.1995.

GOMES, Antonio Carlos  (1836 – 1896)

Uno dei primi compositori brasiliani, forse il primo ad essere conosciuto ed apprezzato in Europa. La sua opera più nota e rappresentata è Il Guarany, opera che esprime la lotta contro la schiavitù in Brasile alla fine del ‘500. Altre opere notevoli furono “Lo schiavo”, su argomento simile, e “Condor”, poi ribattezzata “Odalea”.

IL GUARANY
Orchestra Beethovenhall Bonn – John Neschling
[https://www.youtube.com/watch?v=TW68QaReO5k&list=OLAK5uy_ki97MI4pnmtb4l4Xb3z6QjDln9axPJ1sI]

La composizione più rappresentata di Gomes è senz’altro Il Guarany, opera interessante pur non essendo eccelsa. Tra le parti migliori va segnalata l’intensa ouverture, costruita al solito in forma sonata con un’introduzione lenta nella quale è presentato un tema che ritornerà nel drammatico finale dell’opera (sviluppato in chiave puramente orchestrale). Da segnalare anche il duetto del primo atto, l’aria del tenore del secondo (“Son giunto in tempo!”), la grande scena del soprano (“O come è bello il ciel!”), i grandi concertati in chiusura degli atti. Notare che l’edizione discografica di Neschling purtroppo non contiene i ballabili del terzo atto, i quali aggiungono un tocco di “colore” all’ambientazione esotica.

LO SCHIAVO
Orchestra Del Teatro Lirico – John Neschling [https://www.youtube.com/watch?v=wUoq9hQ8tnU]

Interessante è anche l’opera Lo schiavo, recentemente presentata al Teatro Lirico di Cagliari. Tra i momenti migliori sono da ricordare il preludio, con l’intenso tema che funge da vero leitmotiv dell’opera, l’aria del tenore (“Quando nascesti tu…”), l’aria della contessa del secondo atto, il lungo e maestoso preludio al quarto atto dal titolo “alba”, il drammatico finale.

SALVATOR ROSA
Coro e Orchestra del Staatstheater Braunschweig – Georg Menskes
[https://www.youtube.com/watch?v=z4shRsursR4]

Sempre di argomento drammatico è Salvator Rosa, il cui soggetto è ripreso dal romanzo “Masaniello”, personaggio storico al quale è anche ispirata l’opera La muta di Portici di Auber. Anche in questo caso non mancano ottimi momenti musicali, dalla sinfonia, alle numerose arie, duetti e concertati.

Helene Williamssings Sarai’s Romance from the opera NOE, begun by Jacques Fromental Halevy and completed by his son-in-law Georges Bizet.
NOTE POCO NOTE 5.

HALÉVY, Fromental (1799 – 1862)

Compositore francese che ebbe allievi del calibro di Bizet e Gounod. Autore di una quarantina di opere, tra cui la più nota (o la meno sconosciuta) è La juive. Molto interessante anche Noè, completato da Bizet e talvolta a lui erroneamente attribuita.

NOÉ
(Completata da G. Bizet) Orchestra Francese Alberic Magnard – Emmanuel Calef
[https://www.youtube.com/watch?v=cQngVUrSJtU]

Nota anche come Il diluvio, Noé è spesso accreditata come opera di Bizet-Halevy, probabilmente per motivi di “attrattività”. Complessivamente è un lavoro interessante anche se certo non tra i migliori del genere. In tre atti, è di durata contenuta rispetto ad altre opere di Halevy (circa due ore e venti). Le parti migliori sono forse quelle associate all’angelo caduto (tenore) che scopre le gioie terrene. Molto bello anche il finale, che ricalca in qualche misura quello del Mosè di Rossini. Il concertato che prelude al “varo” dell’arca in effetti sembrerebbe concludere l’opera, che però riparte con un lungo intermezzo orchestrale che ben descrive il diluvio universale, al quale segue la calma dopo la tempesta, prima di un ultimo coro finale.

HUMPERDINCK, Engelbert (1854 – 1921)

Compositore tedesco, autore di una quindicina di opere e numerose musiche di scena, delle quali solo “Hansel e Gretel” è rimasta ancora in repertorio, anche se rappresentata poco frequentemente.

KÖNIGSKINDER Orchestra Nazionale di Montpellier – Armin Jordan
[https://www.youtube.com/watch?v=3FU-sbfd9j4]

Più complessa e lunga è l’opera Königskinder (I figli del Re), rappresentata assai raramente. In tre atti, inizia come una fiaba sulla scia di Hansel e Gretel, per poi diventare sempre più cupa e triste, fino al tragico e disperato finale. Ai primi due atti dai toni allegri e fiabeschi ad ambientazione rurale, segue un terzo dal carattere triste come solo certe fiabe amare sanno essere. Strutturata in leitmotiv, l’opera è ricca di momenti memorabili nonché di notevoli preludi e intermezzi orchestrali (tra i quali spicca sicuramente quello molto lungo del terzo atto). Come curiosità è da notare come Humperdinck utilizzi per la strega lo stesso tema della “cavalcata delle streghe” da Hansel e Gretel.

Tiziano Virgili

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Tiziano Virgili

REVIEWER

Physicist, professor at Salerno’s University. Opera fan for more than fifty years, with special interest for Russian, Czech, and in general less performed operas. Strongly believes that Great Art doesn’t need updates, and that operas work perfectly just as they were originally conceived.

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