Simon Boccanegra. La regia è stata affidata all’inglese Richard Jones, coadiuvato da Antony Mc Donald (scene e costumi), Adam Silverman (luci), Sarah Kate Fahie (coreografia) e Renzo Musumeci Greco (Maestro d’armi). Il risultato finale ha destato non poche perplessità, a partire da un’ambientazione contemporanea ormai più che scontata, ma che mal si concilia con i complessi intrighi del dramma verdiano.
Read More →Stiffelio. Riassumendo, un’opera più che degna di stare a buon diritto nel grande repertorio, una bella esecuzione musicale, una messa in scena adeguata e sobriamente suggestiva, il tutto coronato da un cast che ha meritato pienamente l’entusiastica approvazione del pubblico. Possiamo chiedere di più?
Read More →Uno svago per turisti? In questa prospettiva purtroppo il genere rischia sempre di più di divenire semplice “svago per turisti”, categoria che già oggi costituisce parte consistente del pubblico, in particolare quello delle arene. Una prospettiva triste, se si pensa che nel 2023 proprio l’arte della lirica è stata proclamata dall’UNESCO come “patrimonio immateriale dell’umanità”.
Read More →An interesting new opera from Korea. The Noble Art Opera Company (director Shin Seon-seop) has produced and staged a new opera inspired by the novel, which expresses the coldness of reality and human weakness, the subject of the original story, with clear and concise lines and classically inspired music.
Read More →Insomma, un concerto senza grandi momenti di pathos, un programma senza sorprese, complessivamente piatto e banale. Peccato, un’occasione mancata. Puccini meritava di meglio.
Read More →Siamo ormai assuefatti ? Alle bizzarrie della “Regietheater” va aggiunto poi il fanatismo del “politicamente corretto”, vera e propria nuova religione del XXI secolo, in nome della quale viene modificato o eliminato ogni possibile riferimento a quanto non sia conforme alla nuova dottrina. Assistiamo così sempre più spesso ad “Aide” dalla pelle chiara, Turandot che evitano ogni possibile riferimento alla Cina, modifiche a termini del libretto considerati razzisti e via dicendo.
Read More →Otello – Teatro dell’Opera di Roma. Molto apprezzabili anche gli appropriati costumi e la maestosa scenografia, arricchita in alcuni momenti da efficaci proiezioni (come nella scena dell’uragano), anche se non sempre perfettamente funzionale (come ad esempio nel quarto atto).
Read More →Jenůfa. Juraj Valčuha dimostra di saper padroneggiare perfettamente la complessa partitura, sia nella cura per la chiarezza dei dettagli che nella gestione dei grandi momenti di insieme, come nel caso dell’imponente finale di proporzioni bruckneriane. Con una scelta di tempi sempre ben equilibrata il direttore rende al meglio lo spirito di Janáček nelle sue diverse sfumature drammatiche, nostalgiche, etc., in questo sempre ottimamente seguito dall’impeccabile orchestra romana.
Read More →SALOME. In un’opera di Strauss è decisamente l’orchestra che ha il compito di definire i personaggi e le loro emozioni. Il direttore Marc Albrecht opta per la scelta di contenere per quanto possibile il volume sonoro, prediligendo dunque la chiarezza analitica e il dettaglio.
Read More →Olivier Keegel. Farewell Announcement: Olivier Keegel Steps Down as Editor-in-Chief of Opera Gazet
Join us in bidding farewell to Olivier Keegel, the esteemed head editor of Opera Gazet, as he passes the torch to Marco Aranowicz on January 1, 2024. Opera fans, the party goes on!
Read More →MEFISTOFELE. Eppure in Mefistofele non mancano certo le invenzioni melodiche, le grandi scene corali o le arie memorabili, che spesso contribuiscono in misura determinante alla popolarità di un’opera.
Read More →Il pubblico nuovo avrebbe diritto a vedere l’opera per quello che è, sia pure con occhio diverso, con un’estetica moderna, aggiornata, che utilizza i progressi della tecnologia e dell’illuminotecnica. Però senza inutili stravaganze. Si è visto persino don José ucciso da Carmen. Inammissibili forzature drammaturgiche.
Read More →Insomma, lo spettacolo per lo spettacolo.
Read More →Venendo ora alla regia, dobbiamo anzitutto osservare come questa produzione in realtà sia la ripresa di un’edizione del 2018 ad opera dello stesso regista Michele Mariani, il quale si prende la libertà (o per meglio dire l’arbitrio) di trasporre la vicenda negli anni ’50 del XX secolo. Il richiamo esplicito è al cinema di Federico Fellini, in particolare a titoli come “La dolce vita”.
Read More →Insomma, lo spettacolo per lo spettacolo.
Read More →Il cosiddetto “teatro di regia” sta rapidamente riducendo nel pubblico la conoscenza delle opere come sono state scritte e concepite dagli autori, racconta storie diverse, insinua, o, peggio, spesso impone, significati astrusi e lontanissimi dagli intenti degli autori.
Read More →La nostra personale opinione (per quel poco che può valere) è che, in un certo senso, le grandi “regie d’autore”, i pregevolissimi lavori degli Zeffirelli, dei Visconti, degli Strehler, abbiano, involontariamente, aperto uno spiraglio in cui si sono insinuati degli epigoni astuti, che, a poco a poco, si sono fatti largo fino a condurci alla disastrosa situazione attuale.
Read More →DA UNA CASA DI MORTI. Come spesso accade infatti, all’attenzione per la versione originale della partitura non corrisponde una analoga attenzione verso il libretto, oggetto come in questo caso di interpretazioni molto libere.Come spesso accade infatti, all’attenzione per la versione originale della partitura non corrisponde una analoga attenzione verso il libretto, oggetto come in questo caso di interpretazioni molto libere.
Read More →Lucia di Lammermoor. A fine serata trionfo per tutti. Meritatissimo.
Read More →Les contes alla Scala. Molto brava, nel ruolo di Antonia, Eleonora Buratto che porta avanti, insieme a pochi, pochissimi, altri, la tradizione della scuola di canto italiana.
Read More →La decadenza dell'opera