NOTE POCO NOTE 4

NOTE POCO NOTE 4. The Rape of Lucretia di Benjamin Britten narra la storia di una donna romana, Lucrezia, che viene aggredita dal principe Tarquinio e successivamente si suicida. La storia, accompagnata da cori maschili e femminili, descrive gli eventi che portano allo stupro e le sue conseguenze, tra cui la morte di Lucrezia e la successiva rivolta popolare che pone fine alla monarchia romana

NOTE POCO NOTE 4

 

BRITTEN, Benjamin (1913 – 1976)

Probabilmente con Elgar il più famoso dei compositori inglesi, autore di numerose opere come Sogno di una notte di mezza estate, Il giro di vite, Billy Budd, Peter Grimes, il celebre “Requiem di guerra”, e il The Young Person’s Guide to the Orchestra. Se i titoli citati sono rimasti in qualche modo in repertorio (anche se di certo non rappresentati con grande frequenza), meno note e raramente eseguite sono opere come The Rape of Lucretia o The Little Sweep o ancora il suo balletto Il principe delle pagode.


THE RAPE OF LUCRETIA
The Montclair State University Opera – Jeffrey Gall [https://www.youtube.com/watch?v=Iz_2eCydvXM]

È la prima di una serie di opere “da camera”, scritte per un piccolo organico orchestrale che include tra l’altro un pianoforte. Il linguaggio musicale è moderno, ma viene in qualche modo recuperato il recitativo classico, con accompagnamento di pianoforte. Due voci (tenore e soprano) commentano l’azione negli intermezzi tra le varie scene. Vale la pena notare come lo stesso argomento fosse soggetto dell’ultima opera di Respighi, Lucrezia, scritta circa dieci anni prima, e che anche in questo caso gli intermezzi sono commentati da una voce (mezzosoprano).


THE LITTLE SWEEP
Jubilee Opera
[
https://www.youtube.com/watch?v=_wVWHUYsWFw]

The Little Sweep è un’opera breve (circa 45 minuti), anche questa scritta per un piccolo organico strumentale. Come si può immaginare dal titolo, si tratta di una commedia dedicata ai bambini, che partecipano attivamente alla scena e alla musica come voci bianche. L’opera include anche ruoli “adulti”, e in qualche momento viene addirittura richiesto l’intervento canoro del pubblico!

NOTE POCO NOTE 4.

NOTE POCO NOTE 4.  THE LITTLE SWEEP (Britten) 1967

BRUSILOVSKY, Yevgeny (1905 – 1981)

Musicista sovietico, il primo compositore “classico” del Kazakistan. Nato a Rostov sul Don, dopo aver studiato musica al conservatorio di Mosca si trasferisce in Kazakistan dove promuove l’educa-zione musicale e realizzando diverse opere, balletti e sinfonie a forte carattere folkloristico. In effetti le sue composizioni attingono pienamente a temi popolari della regione kazaka. Oltre a molta musica da camera, ha prodotto otto sinfonie, due balletti e nove opere, tra le quali spicca Kyz Zhibek che è anche la prima opera mai realizzata in Kazakistan.


KYZ ZHIBEK
Astana Opera
[https://www.youtube.com/watch?v=2EUUu-naVmE]
[https://ok.ru/video/1978430065365]

L’opera Kyz Zhibek è tratta da un antico poema epico che narra dello sfortunato amore tra la principessa nomade Zhibek e il principe Tulegen, il cui amore è osteggiato dal padre di questi e dal tartaro Bekezhan a sua volta innamorato di Zhibek. La compagnia nazionale kazaka (Opera Astana) ha di recente prodotto una versione veramente spettacolare di questa insolita opera. Scene grandiose, costumi splendidi, danze, perfino cavalli e dromedari sul palco per un evento davvero impressionante. Nei link qui sopra è possibile visionare sia la versione a teatro (la migliore) che quella in “open air”, comunque sempre molto bella, anche se con qualche taglio rispetto alla prima. Altre versioni sono pure visionabili su internet, ma con qualità nettamente inferiore, e con alcune modifiche anche importanti nella musica, come la presenza di parti parlate. In ogni caso da un punto di vista drammaturgico a mio avviso l’opera presenza qualche problema, innanzitutto nella poco definita storia d’amore tra i due protagonisti. L’improvvisa passione che sboccia tra i due sembra piuttosto ingiustificata, o perlomeno poco approfondita, non essendo previsti duetti o altro per sugellarla. Allo stesso modo, l’opera presenta un numero molto grande di personaggi per lo più di contorno, probabilmente presenti nel poema originale, ma che potrebbero essere tranquillamente rimossi a vantaggio di una maggiore presenza in scena dei protagonisti. Va detto ad esempio che il tenore principale musicalmente parlando ha un ruolo di poco maggiore al suo scudiero (che in più occasioni ne canta le gesta, praticamente “rubando” la scena). È possibile che questa in realtà sia stata una scelta consapevole, fatta proprio per alleggerire i ruoli a cantanti forse non sempre in grado di sostenere parti eccessivamente lunghe o difficoltose.

Venendo alla musica, l’opera è strutturata per lo più in numeri chiusi, con pochi temi ricorrenti associati ai diversi personaggi. Proprio all’inizio troviamo una lenta marcia che descrive il movimento della lunga carovana di nomadi. A seguire, il canto della protagonista, un’aria di non difficile esecuzione ma molto suggestiva, con un tema particolare che verrà ripreso diverse volte nel corso dell’opera. L’atto procede con suggestive danze, con l’aria del malvagio Bekezhan dal sapore molto “arabo” e quella più lirica del principe Tulegen. Tra i molti brani nelle scene che seguono vale la pena ricordare il suggestivo coro delle giovani guardie affidato a un coro di voci bianche, l’aria della madre del protagonista (contralto), l’ultima aria di Zhibek e il finale dell’opera che riprende il suo tema. Molto belli anche i numerosi intermezzi musicali, che includono occasionalmente anche strumenti del folk locale.

NOTE POCO NOTE 4.

BUSONI, Ferruccio (1866 – 1924)

A dispetto del nome, Busoni viene spesso annoverato tra i compositori tedeschi a causa della sua lunga permanenza in Germania dove morì. Oltre alla numerosa produzione pianistica (un prestigioso concorso pianistico internazionale porta infatti il suo nome), è autore di quattro opere e di un concerto per pianoforte orchestra molto particolare, in cinque movimenti.


TURANDOT
Orchestra Sinfonica della Radio di Berlino – Gerd Albrecht
[https://www.youtube.com/watch?v=MZo3b0qeShM]

Composta ben prima della più celebre opera pucciniana, la Turandot di Busoni si avvicina di più alla fiaba di Gozzi, sia per lo spirito che per ambientazione. Come suggeriscono infatti i nomi (Timur, Calaf, …) la versione originale è ambientata in Medioriente, inoltre i tre servitori sono qui dichiaratamente quelli delle maschere italiane. L’opera è tratta dalle precedenti musiche di scena scritte dal compositore per una rappresentazione teatrale dell’opera di Gozzi. Questa derivazione è in parte riflessa nella musica, che conta diversi numeri orchestrali, tra i quali il più celebre è la “marcia di Turandot”. Non mancano comunque altri momenti interessanti come l’aria di Turandot o le scene dedicate alle tre maschere.


ARLECCHINO
Orchestre de l’Opéra de Lyon – Kent Nagano
[https://www.youtube.com/watch?v=-f9edRNM_Aw&list=OLAK5uy_lc2LkPkFXuy2OPSA9F0gcqSYeYTzCCHpA]

Opera breve, spesso rappresentata insieme alla precedente, della quale condivide la struttura in numeri chiusi alternati ad un parlato secco. Le quattro scene in cui è divisa sono considerati in effetti quattro movimenti, ciascuno diviso in più sezioni. Curiosamente, il ruolo del protagonista Arlecchino è semplicemente parlato, ed è pertanto assente nelle registrazioni che contemplano solo i numeri puramente musicali.

 

Tiziano Virgili

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Tiziano Virgili

REVIEWER

Physicist, professor at Salerno’s University. Opera fan for more than fifty years, with special interest for Russian, Czech, and in general less performed operas. Strongly believes that Great Art doesn’t need updates, and that operas work perfectly just as they were originally conceived.

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