NOTE POCO NOTE 9

L’opera Notre Dame, tratta dal dramma di Victor Hugo, è un vero gioiello del quale purtroppo ancora oggi esiste una sola registrazione, risalente agli anni ‘70.


NOTE POCO NOTE 9

NOTE POCO NOTE 8  “Teco dall’are pronube” Montserrat Caballé PACINI – SAFFO.  BARCELONA 1987

SCHMIDT Franz (1874 – 1939)

Compositore austro-ungarico, inspiegabilmente ignorato dalla critica e molto raramente presente in una programmazione concertistica. Autore di sinfonie, concerti, opere, musica da camera e altro, è stato forse oscurato per presunte simpatie naziste o, meglio, per le simpatie che il regime nazista aveva per la sua musica.

NOTRE DAME
Orchestra Sinfonica della Radio di Berlino – Christof Perick
[https://www.youtube.com/watch?v=Fi7IYlUINaw]

L’opera Notre Dame, tratta dal dramma di Victor Hugo, è un vero gioiello del quale purtroppo ancora oggi esiste una sola registrazione, risalente agli anni ‘70. Di impianto wagneriano, essa presenta una struttura fortemente sinfonica nelle diverse scene, nelle quali qualcuno ha ravvisato la forma di intere sinfonie. La cosa non sorprende se si pensa che in questo caso la musica venne composta prima del testo, adattato successivamente. Come in un’opera di Wagner, ogni personaggio o situazione presenta il proprio leitmotiv, tra i quali è notevole quello dal carattere gitano della protagonista Esmeralda, che domina il lungo intermezzo tra la seconda e la terza scena del primo atto. L’uso degli archi è qui impressionante, divisi in una ventina di sezioni distinte eppure perfettamente omogenee, in modo da creare un effetto sonoro davvero unico. Sono molti i momenti splendidi dell’opera, della quale esiste una suite di circa quindici minuti che include oltre il già detto intermezzo anche il preludio e la chiassosa scena del carnevale.

 

SINDING Christian (1856 – 1941)

Compositore norvegese noto principalmente per il breve brano “mormorio di primavera”, la cui produzione globale meriterebbe ben altra attenzione, a partire dalle sue sinfonie.

 

LA MONTAGNA SACRA
Norwegian Opera Orchestra – Fricke Heinz [https://www.youtube.com/watch?v=htGUi1dSmEc]

Lo spirito wagneriano di Sinding trova il massimo riscontro nella rarissima opera in tre atti La montagna sacra (Der Heilige Bergen). In effetti, specialmente nella versione cantata in tedesco, sembrerebbe davvero di essere di fronte a una nuova opera di Wagner, se non fosse per una minore elaborazione tematica, derivante anche da una certa brevità (l’intera opera dura circa un’ora e venti, quanto un tipico atto wagneriano!). Non mancano momenti di grande ispirazione, come la grande scena del soprano in chiusura del primo atto, o l’intero terzo atto con la sua imponente conclusione. L’orchestra assume ovviamente un ruolo fondamentale nello sviluppo musicale, oltre a caratterizzare con i leitmotiv e con una grande varietà timbrica i diversi personaggi e situazioni.


SMAREGLIA Antonio 
(1854 – 1929)

Sembra impossibile che un musicista come Smareglia sia stato completamente dimenticato per non dire oscurato, al punto che dei suoi numerosi titoli nemmeno uno sia rimasto oggi in repertorio. Eppure, la qualità della sua musica è indiscutibile, anche se agli occhi della critica italica dell’epoca ebbe il grave torto di voler introdurre il “wagnerismo”, cosa peraltro almeno parzialmente riuscita da altri compositori come Leoncavallo. Delle sue opere ancora oggi non è mai stata prodotta nemmeno una registrazione in studio, anche se ne esistono diverse effettuate direttamente dal vivo e disponibili su internet.

OCEANA
Orchestra dell’Opera di Zagabria – Zoran Juranetz [https://www.youtube.com/watch?v=xNZIAkEgEsk]

L’opera più riuscita, anche se non la più nota, è senz’altro Oceana, una favola in tre atti, ambientata nell’antica Siria. Nonostante la qualità della musica, riconosciuta anche da eminenti musicisti dell’epoca, l’opera non si è mai imposta, in parte per la fama di “porta-sfortuna” (messa in giro intenzionalmente), ma più probabilmente perché gli italiani non accolgono di buon occhio soggetti di stampo fantastico, come dimostra il caso analogo della Loreley di Catalani. In realtà, già dalla lunga e briosa ouverture è possibile riconoscere l’inventiva felicissima, la cura per l’orchestrazione, la grande competenza e la passionalità dell’autore. Questo spumeggiante brano contiene tutti i principali temi dell’opera, organizzati in una sorta di forma sonata. Non è da meno il resto, con momenti di particolare interesse come il quintetto del terzo atto o la conclusione del secondo, o ancora il balletto che apre il secondo atto, perfettamente incastonato in un’opera dove la componente orchestrale ha un peso decisamente notevole (Smareglia stesso ne derivò una suite orchestrale) e dove le forme chiuse sono quasi assenti, secondo i principi wagneriani.

NOZZE ISTRIANE
Orchestra del Teatro Verdi di Trieste – Tiziano Severini [https://www.youtube.com/watch?v=qwYKbhtiMqo&t=26s]

Se Oceana può essere stata abbandonata per via del soggetto, non è davvero comprensibile quali cause possano aver portato a far dimenticare quasi del tutto un’opera come Nozze istriane. Il dramma in questo caso non è lontano dal mondo verista di Cavalleria rusticana o dei Pagliacci, ed è supportato perfettamente dalla musica. La tempesta con cui si apre l’opera preannuncia la tragedia finale, ma con l’arrivo del sereno cede rapidamente il passo ad un’atmosfera gioiosa e popolare. Anche in questo caso l’inventiva melodica tutta italiana è particolarmente felice. Non mancano elementi e citazioni tratti dal folklore locale, come il tema della danza briosa che interviene nella conclusione del primo atto e che torna proprio nel finale. Lo stile è conciso e compatto, e i tre atti scorrono rapidamente in poco più di un’ora e quaranta minuti. Tra i momenti di maggior impatto, oltre al già citato finale primo sono da segnalare il duetto del primo atto, l’aria di Marussa e la drammatica conclusione.

LA FALENA
Orchestra Filarmonica Italiana – Marco Fracassi [https://www.youtube.com/watch?v=_Hin-6z5Cco&t=43s]

Rispetto alle due opere precedenti, La falena è forse la meno incisiva, anche se maggiormente elaborata. Senz’altro notevole è il potente leitmotiv associato al personaggio della falena che apre l’opera, e che ritorna nei momenti di massima intensità, come il drammatico finale. Non mancano altri temi interessanti e momenti pregevoli, come l’aria della falena del secondo atto, il lungo duetto sempre dal secondo atto, e non meno importanti, i lunghi preludi orchestrali.

NOTE POCO NOTE 8

NOTE POCO NOTE 9.  LA FALENIA Staatstheater Braunschweig
 

SMETANA Bedřick (1824 – 1884)

Nonostante la ragguardevole produzione del grande compositore ceco, con l’esclusione del celebre poema sinfonico La moldava, il quartetto n. 1 e poco altro, la sua opera è ancora ampiamente sconosciuta al di fuori del mondo slavo. Se si esclude La sposa venduta, nessuna delle sue opere liriche ha raggiunto i teatri occidentali, se non occasionalmente. Le ragioni di questo disinteresse vanno probabilmente ricercate nella difficoltà connessa con la lingua, e con gli stessi soggetti tipicamente slavi e poco interessanti da un punto di vista occidentale.

 

LA SPOSA VENDUTA
Orchestra e Coro della Radio di Monaco – Jaroslav Krombolch
[https://www.youtube.com/watch?v=a-p1lZ2UfZs]

La sposa venduta rappresenta uno dei massimi capolavori del teatro lirico, purtroppo raramente proposta in Italia. L’opera gode di maggiore fortuna in Germania, in parte anche grazie alla versione in lingua tedesca in cui è spesso rappresentata. La struttura è organizzata secondo tradizione con numeri chiusi, inoltre non vi sono temi ricorrenti se non occasionali citazioni. La travolgente ouverture mostra un assaggio della qualità dell’opera: il rapidissimo tema iniziale è elaborato in forma di fuga, la quale culmina con l’esposizione del secondo soggetto, dal tipico colore popolaresco. Il primo atto si apre con un preludio dal carattere pastorale, che precede lo splendido coro iniziale dove un tema memorabile accompagna l’intera scena, per poi cedere nuovamente posto al pastorale iniziale. Anche i numeri successivi si confermano all’altezza, dal duetto tra i due protagonisti Mařenka e Jeník al successivo trio con Kecal e i genitori di Mařenka. Non è da meno la splendida polka che conclude il primo atto, brano spesso eseguito a sé. Del secondo atto sono memorabili l’aria del balbuziente Vašek e il suo successivo duetto con Mařenka, il duetto tra Jeník e Kecal, la conclusione che riprende i temi dell’ouverture. Il terzo atto si apre con una nuova aria per Vašek, e con l’intermezzo dei commedianti che include la celebre danza, uno dei brani più famosi dell’opera, utilizzata spesso anche in altri contesti. Non possiamo infine non citare il sestetto “Rozmysli si, Mařenko” e lo stesso finale dell’opera, che riprende in una nuova versione il coro inziale.

 

DALIBOR
Orchestra del Teatro Nazionale di Praga – Jaroslav Krombolch
[https://www.youtube.com/watch?v=7vGUa3kTmH4]

Con Dalibor (personaggio della storia ceca) il compositore torna ad un tema drammatico che almeno in parte ricorda il Fidelio. Lo stile muta decisamente verso l’opera wagneriana con forte uso di leitmotiv, anche se non mancano alcuni numeri in forma chiusa, come la solenne marcia che annuncia l’arrivo del tribunale. Il tema principale, associato al protagonista, subisce numerosi cambiamenti nel corso dell’intera opera, partendo da una sorta di marcia funebre nell’apertura del primo atto alla forma eroica che assume nel momento dell’entrata in scena del protagonista. Tra i momenti di maggior impatto vanno ricordati l’incalzante duetto tra i due soprano nel finale del primo atto, il lungo intermezzo del secondo atto con l’assolo di violino, e ancora il duetto romantico tra Dalibor e Milada, il finale dell’opera dai toni epici.

LE DUE VEDOVE
Orchestra del Teatro Nazionale di Praga – Jaroslav Krombolch
[https://www.youtube.com/watch?v=4Aa4lPZkgLs]

Le due vedove è la prima di una trilogia di opere comiche che trattano in un modo o nell’altro il tema della vedovanza. Pur non raggiungendo i livelli de La sposa venduta, si tratta comunque di un lavoro notevole, a partire dall’ouverture che come la precedente, presenta in apertura un energico fugato, seguito da un tema dal sapore popolaresco. Tra i molti momenti eccellenti ricordiamo il coro gioioso in apertura, l’aria di Karolina, vedova “felice” e contrapposta ad Anežka, vedova in serio lutto, il quartetto del primo atto, il duetto tra le due vedove, nonché i vari brillanti momenti d’insieme. Il finale dell’opera è insolitamente affidato ad una danza generale, una polka che precede il coro conclusivo.


LIBUŠE

Orchestra del Teatro Nazionale di Praga – Zdeněk Košler
[https://www.youtube.com/watch?v=zjoZ9RJPr-I]

La solenne Libuše (opera festiva in tre atti) è rappresentata piuttosto raramente anche in patria, perché associata ad eventi celebrativi particolari. L’ouverture costituisce un vero e proprio poema sinfonico, il cui tema iniziale (una fanfara di quattro note), è divenuto l’inno ufficiale della Presidenza della Repubblica Ceca. L’opera è completamente costruita su una serie di leitmotiv, tra i quali risultano particolarmente riusciti quelli associati Libuše, e a Přemsyl. Il grandioso finale culmina con la scena della profezia di Libuše che anticipa (e glorifica) eventi chiave della storia del popolo ceco, nella forma di sei brevi quadri interamente affidati al soprano protagonista. Nell’ultimo di questi risuona il motto ussita già utilizzato in Ma Vlast, prima che il ritorno della fanfara iniziale concluda trionfalmente l’opera.

NOTE POCO NOTE 9

TANEEV Sergej (1856 – 1915)

Compositore russo tra i meno conosciuti in occidente, nonostante la rilevanza che ebbe la sua musica in Europa ai suoi tempi.

ORESTEIA
Belorussian State Opera – Tatiana Kolomiytseva [https://www.youtube.com/watch?v=I6gnEAtsUIs]

Taneyev impiegò ben 12 anni per completare la sua monumentale opera Oresteia, su soggetto tratto dal noto mito greco. Divisa in tre parti e otto scene, non è in realtà particolarmente lunga, “appena” due ore e trenta minuti circa. L’opera si apre con quello che rappresenta il leitmotiv del fato (sei note minacciose e misteriose), utilizzato in innumerevoli forme. Altri temi ricorrenti sono quello associato alle furie e naturalmente ad Oreste, nobile e appassionato. Strutturalmente le varie scene si presentano compatte, anche se al loro interno non mancano momenti più tradizionali (arie, duetti, etc.), anche molto coinvolgenti. Dall’opera l’autore trasse una ouverture di circa venti minuti, di fatto un vero poema sinfonico che ne riprende i temi principali.

 

Tiziano Virgili

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Tiziano Virgili

REVIEWER

Physicist, professor at Salerno’s University. Opera fan for more than fifty years, with special interest for Russian, Czech, and in general less performed operas. Strongly believes that Great Art doesn’t need updates, and that operas work perfectly just as they were originally conceived.

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