NOTE POCO NOTE 10


NOTE POCO NOTE 10
Ultimo episodio

VAUGHAN WILLIAMS,  Ralph (1872 – 1958)

Compositore inglese tra i maggiori del Novecento, tuttora poco presente sia nei concerti che nelle registrazioni discografiche. Tra i brani più celebri ricordiamo “The Lark Ascending” per violino e orchestra e la “Fantasia su un tema di Thomas Tallis”.

 

IL BACIO AVVELENATO (THE POISONED KISS)
BBC National Orchestra – Richard Hickox [https://www.youtube.com/watch?v=VhWtlSLNG-k&list=OLAK5uy_kyTGYnsWxNbtC9eb8Xj4k4kjCdV_IBSrY]

L’opera Il bacio avvelenato è una delle poche di cui si abbiano registrazioni complete (altre due sono Sir John In Love, tratta da Shakespeare, e The Pilgrim’s Progress). L’opera ha in realtà diverse affinità col mondo dell’operetta, sia per la leggerezza della trama e della musica che per la struttura. Quest’ultima vede una distinzione netta tra numeri musicali tradizionali (arie, duetti, etc.) e recitativi parlati. In effetti la musica risulta molto frammentata già a partire dall’ouverture, divisa in sezioni distinte che introducono le principali melodie dell’opera, spesso in forma simile ad arie tradizionali inglesi. In generale i brani raramente superano la durata dei cinque minuti, mostrando comunque grande inventiva melodica oltre alla solita grande abilità nell’orchestrazione. Tra i numeri più riusciti si segnalano l’aria di Angelica del primo atto con il suo quasi ossessivo “shilly-shally-o”, il terzetto dei goblins (la cui marcia apre l’ouverture), o ancora l’aria di Tormentilla, i numerosi concertati, le brillanti conclusioni degli atti.

NOTE POCO NOTE 10

NOTE POCO NOTE 10. Wagner: Siegfried-Idyll ∙ hr-Sinfonieorchester ∙ Alain Altinoglu
 

WAGNER, Sigfried (1869 – 1930)

Come tutti i figli d’arte, anche la carriera di Sigfried è stata condizionata dalla pesante eredità paterna. In realtà, se si evitassero paragoni inadeguati, si scoprirebbe un musicista assolutamente dotato e tecnicamente ineccepibile, anche se non innovativo o rivoluzionario. Il figlio del grande Richard è anche (è il caso di dire!) il più “wagneriano” dei compositori, autore di ben 18 opere purtroppo oggi quasi sconosciute.

DER BÄRENHÄUTER (L’uomo con la pelle di orso)
Orchestra Sinfonica Thiringian – Konrad Bach [https://www.youtube.com/watch?v=KFtkklbyM24&list=OLAK5uy_lIOavncq9MqfKE444cjDKi1-1YdPwNx4k]

La prima opera del compositore, Der Bärenhäuter (l’uomo con la pelle di orso) mostra già una assoluta maturità. Basata su una favola dei fratelli Grimm che vede tra i protagonisti il diavolo in persona, l’opera si sviluppa in tre atti per una durata complessiva di circa due ore e venti. La brillante ouverture presenta alcuni leitmotiv dell’opera associati ai vari personaggi. Come è stato osservato, in realtà sia la scelta del soggetto che lo stile ricordano tutto sommato più Hunperdinck che Wagner. Tra i momenti di maggiore impatto si segnalano sicuramente la scena “infernale” e la trasformazione di Hans, la concitata conclusione del primo atto e i intermezzi, che come per Richard acquistano un ruolo centrale.

DER HEIDENKÖNIG (Il Re pagano)
Orchestra Sinfonica Solingen-Remscheid – Hiroshi Kodama [https://www.youtube.com/watch?v=KFtkklbyM24&list=OLAK5uy_lIOavncq9MqfKE444cjDKi1-1YdPwNx4k]

Der Heidenkönig è l’opera più significativa del compositore, sia riguardo l’aspetto filosofico che dal punto di vista musicale. Anche la durata di due ore e quaranta, sebbene di gran lunga inferiore allo standard paterno, conferma il maggiore impegno del lavoro. Il preludio in questo caso è brevissimo, giusto una rapida presentazione di alcuni dei principali leitmotiv. Il prologo prosegue con grande fervore per presentare il tema centrale dell’opera, lo scontro tra la fede pagana e quella cristiana. L’interludio che separa la scena dal primo atto è il cuore dell’intera opera, un poema sinfonico in miniatura dominato dal tema della “fede”, un vero e proprio inno religioso. Impossibile analizzare anche per sommi capi l’intera opera che vanta momenti davvero memorabili come la sequenza della narcotizzazione dei polacchi, l’intermezzo del secondo atto e la festa pagana che segue, riutilizzata poi dallo stesso autore come poema sinfonico autonomo. Molto bello anche il duetto del primo atto, come pure gli interventi della misteriosa “lamentatrice”, la solenne conclusione e via dicendo.

DER SCHMIED VON MARIENBURG (Il fabbro da Marienburgo) Orchestra Filarmonica del Baltico – Frank Strobel [https://www.youtube.com/watch?v=mKEjF09_x3s&list=PLFKdY5H7pgS8whUyBqH1j6zHFhzlm8nZN]

Ancora più impegnativo anche se musicalmente meno interessante è l’opera Der Schmied von Marienburg (Il fabbro di Marienburg), i cui tre atti si estendono per oltre tre ore. La vicenda complicatissima mischia la rappresentazione storica con elementi favolistici molto cari al compositore. La musica ha certamente i suoi momenti, a partire dalla lunga e fragorosa ouverture, però non è incisiva come in altri lavori. Tra le parti più significative vanno ricordate sicuramente la prima scena, il finale del primo atto e soprattutto il finale secondo, sviluppato con un grande corale. Notevoli sono poi i momenti più drammatici (tipicamente nei cambi di scena) e la conclusione.

DIE HEILIGE LINDEN (Il tiglio sacro)
Orchestra Sinfonica della Radio di Colonia – Werner Andreas Albert [https://www.youtube.com/watch?v=lPAJxfUsL5k&list=PL9yl-ZQyD9w8kDQn2FDiymS8Oo0qWPfkW]

Più sintetico anche se altrettanto complesso è Die Heilige Linden (Il tiglio sacro), ancora una volta con ambientazione parzialmente pagana. Nella lunghissima ouverture (oltre sedici minuti, quasi un record assoluto!) vengono presentati i principali leitmotiv, a partire da quello solenne associato all’albero sacro. L’opera è in realtà ricca di temi e di momenti di grande impatto, come il primo quadro del primo atto, o la prima scena del secondo atto e il successivo grande intermezzo sinfonico. Superlativi sono anche molti momenti del terzo atto, incluso il finale che vede il ritorno solenne del tema dell’albero.

 WALTON William (1092 – 1983)

Musicista inglese, autore di molta musica per film ma anche di due sinfonie e un’opera. Le sue marce rivaleggiano con le analoghe di Elgar.

TROILO E CRESSIDA
Royal Opera House Covent Garden – Lawrence Foster https://www.youtube.com/watch?v=QUaQsVIjR7k

L’unica opera realizzata da Walton, Troilo e Cressida, risale al 1954 ma venne in seguito soggetta a profonda revisione e a numerosi tagli. La versione definitiva prodotta dalla EMI è del 1977 e si presenta quindi molto compatta, con un linguaggio quasi di tipo cinematografico. Il canto in effetti è molto spesso più recitato e declamato che davvero lirico, con l’orchestra sempre in primo piano a sostenere il discorso musicale. Sono naturalmente presenti monologhi, duetti etc., tutti inseriti con naturalezza nel flusso continuo della musica.

NOTE POCO NOTE 10

WEBER, Carl Maria Von (1786 – 1826)

È uno dei maggiori musicisti tedeschi dell’epoca, la cui produzione non vastissima ma di grande qualità è comunque ancora decisamente sottoutilizzata. Solo Il franco cacciatore e l’Invito alla danza (nella orchestrazione di Berlioz) sono davvero entrati stabilmente nel repertorio comune.

EURYANTHE
Orchestra della Radio di Lipsia – Marek Janowski [https://www.youtube.com/watch?v=bLCnkgISs_c&t=18s]

Nonostante la sua grande qualità musicale, l’opera Euryanthe non è mai riuscita davvero ad affermarsi nei teatri. Solo la splendida Ouverture è ancora eseguita con una certa regolarità. Costruita sul consolidato modello del Franco Cacciatore, essa contiene alcuni temi riproposti nell’opera, con un secondo soggetto anche in questo caso memorabile che conclude felicemente il brano. L’opera si apre con un grande coro che, in tutta evidenza, ha avuto grande influenza in Wagner, al quale segue (caso insolito) una danza. Tra i momenti migliori del primo atto sicuramente va ricordata la chiusura della prima scena e la successiva scena di Euryanthe ed Eglantine (entrambe nel registro di soprano) nella quale il compositore utilizza cromatismi assolutamente innovativi. Procedendo nella storia, va segnalata la grande scena del baritono (Lysiart), l’aria di Adolar (che riprende il celebre tema dell’ouverture) e il successivo duetto col soprano, come pure il drammatico finale del secondo atto. Nel terzo atto si trovano ancora elementi che prefigurano Wagner, ad esempio nell’aria di Euryanthe e nel successivo coro di cacciatori con uso dei corni. Sono da segnalare anche il balletto spesso tagliato, l’intermezzo e il sintetico coro finale.

 

ZEMLINKSY, Alexander Von (1871 – 1942)

Compositore austriaco poco valorizzato, probabilmente perché non affine alle tendenze del suo tempo. Ebbe come allievo tra gli altri Korngold, che ne riprenderà le atmosfere decadenti e “post-romantiche”.

GÖRGE IL SOGNATORE
Philharmonia Orchestra – James Conlon https://www.youtube.com/watch?v=aFvJXVOAA9U

Der Traumgörge (Görge il sognatore) è probabilmente l’opera più nota di Zemlinsky, anche se rappresentata ancora assai raramente. Composta nei primi anni del Novecento, in realtà non venne mai messa in scena durante la vita del compositore (la partitura è stata recuperata solo negli anni ’70 e la prima risale al 1980). In tre atti o, più esattamente, due atti ed epilogo, la storia verte sulla figura di Görge, un giovane con la testa tra le nuvole che sogna di un mondo fiabesco e di una principessa splendida. Alla fine, la troverà in una ragazza del villaggio che diventerà sua moglie. La musica non contiene idee particolarmente memorabili, ma è costruita con abilità come un flusso continuo e ininterrotto, generalmente condotto dall’orchestra. Non mancano momenti di grande effetto, come la visione della principessa nel primo atto o la intensa conclusione del secondo. L’epilogo è preceduto da un breve preludio orchestrale che richiama alcuni dei momenti precedenti. La conclusione è costruita come un lungo duetto romantico che si dissolve gradualmente in pianissimo.

EINE FLORENTINISCHE TRAGÖDIE
[Orchestre Philharmonique de Radio France – Armin Jordan] https://www.youtube.com/watch?v=74HxFkhx-6U

Eine Florentinische Tragödie (Una tragedia fiorentina) è un’opera in un solo atto della durata di circa un’ora, ambientata nella Firenze del XVI secolo. In realtà tutto sommato il finale è meno tragico di tante altre opere, anche se la vicenda non è propriamente esemplare, visto che la moglie del protagonista torna ad amare il marito solo dopo che questi uccide il rivale, ormai sconfitto e disarmato. L’opera si apre con una intensa ouverture, che si allaccia senza interruzioni alla prima scena. La musica rimane nell’ambito del sistema tonale e del linguaggio tardo-romantico, pur presentando molte delle caratteristiche del Novecento. Il canto sfocia nel declamato, per non dire nel parlato, con l’orchestra a guidare il discorso musicale. Pur non utilizzando temi particolarmente memorabili, alcuni momenti risultano di grande efficacia. Tra questi ricordiamo oltre la già citata ouverture, il drammatico duello finale descritto da una musica turbolenta e densa.

Per ulteriori informazioni su opere e compositori rari, è possibile consultare la pagina Facebook “Note poco note”.

 

Tiziano Virgili

0 0 voti
Valutazione dell'articolo
Tiziano Virgili

REVIEWER

Physicist, professor at Salerno’s University. Opera fan for more than fifty years, with special interest for Russian, Czech, and in general less performed operas. Strongly believes that Great Art doesn’t need updates, and that operas work perfectly just as they were originally conceived.

No Older Articles
No Newer Articles
Iscriviti
Notificami
guest
0 Commenti
Più recenti
Vecchi Le più votate
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti