Lucia di Lammermoor. Teatro alla Scala.

Teatro alla Scala – Stagione 2022/23

LUCIA DI LAMMERMOOR

Dramma tragico in tre atti. Musica di Gaetano Donizetti. Libretto di Salvadore Cammarano.

Enrico Boris Pinkhasovich; Lucia Lisette Oropesa; Edgardo Juan Diego Flórez; Arturo Leonardo Cortellazzi; Raimondo Michele Pertusi; Alisa Valentina Pluzhnikova; Normanno Giorgio Misseri; Orchestra e Coro del Teatro alla Scala; Direttore Riccardo Chailly; Maestro del coro Alberto Malazzi; Regia, scene e costumi Yannis Kokkos

Milano, 5 maggio 2023

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Lucia di Lammermoor

Lucia di Lammermoor a dir poco trionfale alla Scala di Milano. Merito innanzi tutto di Riccardo Chailly che ha guidato la compagine orchestrale con una sicurezza e un’autorità straordinarie. Riccardo Chailly ripristina 33 battute e alcune pagine che troppo spesso vengono tagliate, riconsegnando alla parte Raimondo un peso drammaturgico ben maggiore del consueto. Per la scena della pazzia viene ripristinata la glasharmonika mentre viene eliminata la tradizionale cadenza del soprano col flauto, composta nel 1889 per Nellie Melba dalla sua maestra di canto e non da Donizetti. Il senso di smarrimento e di tragedia che travolgerà i due protagonisti è ben percepibile ad iniziare fin dal Preludio iniziale.

Lucia di Lammermoor
Lucia di Lammermoor ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Lisette Oropesa non ha, e questo è sicuramente un bene, la vocina smunta e diafana dei sopranini di coloratura. Al contrario può esibire uno strumento abbastanza corposo, con bei colori a volte madreperlacei a volte bruniti ma con tutte le caratteristiche di una vera virtuosa. Scale cromatiche precise e nitide, smorzature impeccabili, trilli e sopracuti facili e timbrati. L’interprete espressiva e coinvolgente. Mai bamboleggiante, mai capricciosa, ma una donna pienamente consapevole del destino cui sta per andare incontro.

Michele Pertusi, che interpreta la parte di Raimondo, era l’unico italiano del cast e si sentiva: fraseggio sempre giusto e misurato unite ad una voce morbidissima, consentono al basso parmigiano di trionfare pur in un ruolo relativamente breve. Se si pensa che canta da quasi 40 anni (ha debuttato nel 1984) viene spontaneo pensare quanto l’intelligenza di quali ruoli fare e soprattutto non fare e la perizia tecnica possano fare per prolungare, e bene, la carriera di un cantante. Meritatissime le ovazioni che hanno accompagnato ogni sua uscita.

Lucia di Lammermoor
Lucia di Lammermoor ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala
Lucia di Lammermoor
Lucia di Lammermoor
Lucia di Lammermoor ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Boris Pinkhasovich non ancora del tutto padrone della lingua italiana, ha bei colori e belle intenzioni. Qualche suono non è perfettamente a fuoco ma si tratta sicuramente di un cantante da tenere d’occhio. Sicuro nei gravi e negli acuti con centri corposi e robusti.

Juan Diego Florez canta da autentico fuoriclasse, non c’è un suono che riesca forzato o semplicemente difficoltoso. Il fraseggio è eccellente, gli acuti sicurissimi, compreso il “do” del primo duetto con Lucia (la partitura indicherebbe il Mi bemolle sopracuto per il tenore e il do per il soprano. Saggia e ovvia decisione quella di lasciare al soprano la nota più acuta). Edgardo, tuttavia, rappresenta il limite per una voce che non ha certamente le ampiezze di un Pavarotti o di un Bergonzi. Nei momenti più drammatici come la maledizione o il duetto “della torre” col baritono sarebbe desiderabile un volume un po’ più corposo e un vigore più deciso. Nei momenti elegiaci e lirici è sicuramente meraviglioso ascoltare una voce con un legato impeccabile e un timbro paradisiaco.

Il coro, istruito da Alberto Malazzi, si copre come sempre di gloria. È stata una vera delizia ascoltare l’attacco di “Fur le nozze a lei funeste” con un mezzoforte patetico e dolcissimo. Da brividi. Bravi Leonardo Cortellazzi (Arturo), Valentina Pluzhnikova (Alisa) e Giorgio Misseri (Normanno).

Lucia di Lammermoor
Lucia di Lammermoor ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Yannis Kokkos ci offre una Lucia di Lammermoor asciutta, senza fronzoli. Non vuole inventare niente e non cerca di stravolgere una storia tutto sommato abbastanza banale. Non riempie il palcoscenico di fronzoli inutili. Alla fine, una regia spoglia, essenziale, asciutta ma convincente. Unica nota stonata i costumi. Edgardo indossava un cappottone grigio, lungo fino al polpaccio e di almeno due tagli più grande della sua taglia. Enrico indossava un cappottone grigio, lungo fino al polpaccio e di almeno due tagli più grande della sua taglia. Raimondo indossava un cappottone grigio, lungo fino al polpaccio e di almeno due tagli più grande della sua taglia.

A fine serata trionfo per tutti. Meritatissimo.

Federico Rota
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Federico Rota

REVIEWER

Federico Rota was a member of the local opera choir, the Teatro Regio di Parma, from 1980 to 2000. He then served on the Teatro Regio's artistic committee as a freelance consultant. He was co-author of the biographies of Ettore Bastianini and Franco Corelli and published in various magazines.

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Willem
Willem
10 mesi fa

Heerlijk om lezen, alleen ik mis de sterren codering? Dit geeft direct het niveau aan.

Mauricio Fernandez
Mauricio Fernandez
10 mesi fa

Ho sentito la trasmissione in diretta della prima e devo dire che Chailly ha fatto un lavoro strepitoso con questa edizione della Lucia finalmente senza tutti i chicchirichì della cosiddetta cattiva tradizione. Brava la Oropesa come interprete, vocalmente riesce a presentare una Lucia già pazza dall’inizio come nel romanzo di Scott. Bravo anche Florez sebbene lo trovo sempre troppo leggiero per questa parte e gli mancano veri colori. Deludente invece il basso russo che non ha capito che si tratta di Donizetti e non di Boris. Insomma, una serata che grazie a Chailly mi ha sodisfatto molto.

Olivier Keegel
Admin
10 mesi fa

Mauricio’s (thanks!) reaction in translation: “I listened to the live broadcast of the premiere and I must say that Chailly has done an excellent job with this edition of Lucia, finally free of all the tidbits of so-called bad tradition. Bravo to Oropesa as a performer, she manages vocally to present a Lucia that is mad from the start, as in Scott’s novel. Florez is also good, although I always find him too leggiero for this role and he lacks real colour. Disappointing, however, is the Russian bass, who did not understand that this was Donizetti and not Boris. In… Leggi il resto »