Muti celebra Puccini

Muti celebra Puccini

TANTO RUMORE PER NULLA


Muti celebra Puccini

Sapevamo in anticipo che in questo “anno pucciniano”, nel centenario della morte del compositore, gli eventi commemorativi si sarebbero moltiplicati, in molti luoghi e in diverse forme, ed era facile prevedere che non tutti sarebbero stati all’altezza della sua arte, o anche solo della sua fama. Onestamente, quando abbiamo avuto notizia che era in preparazione un evento sponsorizzato dalla RAI, creato, o quanto meno promosso (non sappiamo esattamente di chi sia stata l’idea iniziale) dal Maestro Riccardo Muti, abbiamo pensato che sarebbe stato l’evento principale, quello memorabile, degno in tutto e per tutto del grande artista che si proponeva di ricordare. Per di più, si sarebbe svolto nella sua città natale, Lucca, in uno spazio all’aperto preparato per ospitare fino a diecimila spettatori, e trasmesso in diretta in Mondovisione. Un evento grandioso, quindi, attorno al quale era naturale che si creassero grandi aspettative.

Purtroppo dobbiamo ammettere che, almeno per chi scrive, il primo impatto è stato quello di una grande delusione. Per questo abbiamo rinunciato a scrivere “a caldo” una recensione. Avevamo bisogno di riflettere, ed anche di rivedere e riascoltare l’intero spettacolo, disponibile in Italia su Raiplay, ma subito dopo anche alla portata di tutti su YouTube, per verificare se quella prima impressione perdurava invariata, o se si modificava a distanza di tempo, per così dire “a mente fredda”, libera dalle aspettative della vigilia.

Purtroppo, né le riflessioni dei giorni seguenti, né la scrupolosa attenzione dedicata al video, hanno cambiato la nostra opinione che il “grande evento” sia stato, in realtà, un’occasione mancata.

Per cominciare, una parte, sia pure assai minore, delle aspettative, si riferiva alla presentatrice: I programmi di opera lirica della RAI sono purtroppo tristemente noti per impiegare dei presentatori che godono di grande popolarità fra i telespettatori “generalisti” ma per lo più assolutamente incompetenti sull’argomento. L’annuncio che la presentatrice sarebbe stata un’attrice di un certo livello, Serena Autieri, ci aveva fatto sperare in qualcosa di meglio. Sfortunatamente, questa è stata la prima delusione. La signora Autieri recitava chiaramente un testo imparato a memoria, e quando cercava di improvvisare qualcosa di suo, parlava a sproposito e  interrompeva continuamente il Maestro Muti, spesso mentre stava dicendo alcune cose interessanti, in particolare sull’Orchestra Cherubini, la sua creatura, di cui si festeggiava, in questa occasione, anche il ventennale dalla fondazione.

Puccini e Muti
Serena Autieri

“Donde lieta uscì” invece di “Mi chiamano Mimi”

Ma, purtroppo, al livello delle presentazioni degli spettacoli di lirica della RAI siamo abituati, e questo sarebbe stato il minore dei mali.

La delusione è venuta, per noi, soprattutto dal programma. Forse ingenuamente, ci aspettavamo che il Maestro Muti approfittasse dell’occasione per far conoscere al pubblico della Mondovisione, qualcosa di meno noto, che andasse al di là delle opere più popolari, magari che ci introducesse, per esempio, alla conoscenza de Le Villi, o di Edgar, o anche de Il tabarro, di Gianni Schicchi, o magari perfino de La rondine. Fallace speranza (come direbbe Scarpia, peraltro assente in questo evento, in cui si avvertiva la mancanza di una voce baritonale). Invece, abbiamo riascoltato per l’ennesima volta le solite arie delle solite opere, Tosca, Bohème, Turandot, con l’occasione le introduzione della breve e poco impegnativa “Ch’ella mi creda” dalla Fanciulla del West, per nostra esperienza, a volte refugium peccatorum di molti tenori principianti che non vogliono rischiare più di tanto (come del resto, per i soprani, “Donde lieta uscìdalla Bohème, qui presentata, con una certa nostra sorpresa, al posto della più tradizionale, ma più impegnativa “Mi chiamano Mimì”).

Niente 'Mi chiamo Mimi'.
Niente 'Mi chiamo Mimi'.

Oltre alla scontata banalità del programma, un’ulteriore delusione ci è giunta dalla distribuzione delle arie fra i sei protagonisti. Tutti, mediamente, ottimi cantanti, ma troppo spesso fuori ruolo, anzi, peggio, proprio lontani dalla frequentazione del compositore, e penalizzati da una direzione anche troppo pacata, che li ha costretti spesso ad acrobazie con i fiati. D’altra parte è noto, ed è stato ammesso dallo stesso direttore, che Muti, nella sua lunga carriera, ha diretto solo due opere di Puccini (Tosca e Manon Lescaut), e senza lasciare certo tracce nella storia. Non stupisce, quindi, che (è l’esempio più vistoso, ma non certo il solo) Muti chiuda il programma con il Quarto Atto di Manon affidando il ruolo di Des Grieux a Francesco Meli, manifestamente “out of his dephts” (come direbbero gli inglesi) in questo repertorio, per voce e temperamento.

Francesco Meli. ©Monika Rittershaus
Francesco Meli. ©Monika Rittershaus

Concluderemo aggiungendo che risulta, almeno a nostro parere, paradossale il titolo stesso della manifestazione, “Puccini secondo Muti”, dal sapore quasi evangelico, come se dovessimo aspettarci qualche rivelazione, proprio da chi ha frequentato il compositore assai meno di tanti altri colleghi, che forse avrebbero potuto dire una parola più esperta, e soprattutto più empatica. Perché di Puccini un interprete deve sentire e condividere la profondità dell’emozione, altrimenti diventa un semplice, formale (e quindi discutibile) esecutore.

Insomma, un concerto senza grandi momenti di pathos, un programma senza sorprese, complessivamente piatto e banale. Peccato, un’occasione mancata.  Puccini meritava di meglio.

Marina Boagno

Ha un commento? Può pubblicarlo nello spazio sottostante. I commenti su Facebook NON vengono letti dalla maggior parte dei nostri recensori.
5 4 votes
Article Rating
Marina Boagno

REVIEWER

Marina Boagno acted for many years as an amateur talent scout, organizing concerts, and creating and directing events. Author of "Franco Corelli – Un uomo, una voce" (1990) and a biography of Ettore Bastianini’s, “Una Voce di Bronzo e di Velluto” (2003).

No Older Articles
No Newer Articles
Subscribe
Notificami
guest

3 Commenti
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Mauricio Fernandez
Mauricio Fernandez
1 mese fa

Sto ascoltando e vedendo il concerto e sono completamente d’accordo con la signora Boagno. A me sembra, oltre la presentazione fuori livello, che non hanno provato abbastanza. Il maestro aveva in mente ben altri tempi de’ solisti e l’orchestra sembrava di avere la testa altrove. Purtroppo infatti abbiamo sentito i soliti brani ad nauseam come se Puccini non avrebbe scritto altre cose. Peccato, Puccini meritava del meglio!

Rossana Ciabattoni
Rossana Ciabattoni
1 mese fa

Ottimo!

Lorenzi giancarlo
Lorenzi giancarlo
1 mese fa

Sono assolutamente in accordo. Più uno spettacolo volto a conquistare la prima serata televisiva e una celebrazione di Riccardo Muti, che una vera celebrazione di Puccini….